Come gestire un team diffuso in un’azienda di consulenza tech
Team Management – ovvero come costruire, incentivare e far crescere il gruppo di lavoro, in un contesto full-remote internazionale.
La gestione del team, o Team Management come viene normalmente definito in un contesto internazionale, è l’insieme dei processi, metodologie e incentivi che l’azienda è in grado di mettere in campo per la gestione e coordinamento di un gruppo di lavoro.
Una strategia di Team Management efficace non può essere improvvisata. Parliamo di strategia, infatti, nel senso più stretto del termine: occorre definire obiettivi (di assunzioni, di crescita del team, di skill, di retention, di turnover), pratiche e metodi per il raggiungimento degli stessi, processi di review sia a livello executive che nei confronti del gruppo di lavoro.
Il Team Management include capacità di lavoro di squadra, definizione obiettivi, valutazione della performance, comunicazione bilaterale, meccanismi di feedback chiari e condivisi.
In ultimo, ma non ultimo, non possiamo trascurare il periodo attuale, che vede i team lavorare in un contesto remote first (work from home, o, nella definizione italiana, smart working). Nel caso di Ark la sfida è ancora maggiore, in quanto il nostro team non solo lavora in un contesto completamente remoto (pur avendo libertà di frequentare gli uffici aziendali nella sede di Genova e in Irlanda), ma anche internazionale. Un’unione di culture, linguaggi e zone temporali diverse, pur non agli antipodi, ma che richiedono maggiore attenzione rispetto a un contesto tradizionale standard.
The Great Resignation
È stata definita già in diversi modi: The Big Quit, YOLO Generation, The Great Resignation fino all’ultima arrivata, The Quiet Resignation.
Cambia la definizione ma non la sostanza: sempre più persone stanno lasciando il loro storico posto di lavoro per cambiare mansione, azienda o stile di vita.
Secondo l’Ufficio Statistico del Lavoro degli Stati Uniti, nel dicembre 2021 più di 4,3 milioni di persone hanno lasciato volontariamente il proprio lavoro.
Un’indagine, condotta dalla società di risorse umane SD Worx su 5.000 persone in Belgio, Francia, Regno Unito, Germania e Paesi Bassi, ha rilevato che i dipendenti tedeschi hanno avuto il maggior numero di dimissioni, con il 6,0% dei lavoratori che hanno lasciato il proprio posto di lavoro. Seguono il Regno Unito, i Paesi Bassi e la Francia. Alcuni dati preliminari mostrano un aumento del numero di dimissioni in Italia a partire dal secondo trimestre del 2021.
Le cause, secondo McKinsey, sono da ricercare in:
- Un mercato del lavoro più flessibile e dinamico. Grazie a una crescita media delle competenze della forza lavoro, e la possibilità di sostenere colloqui con maggiore agilità, grazie sia al consolidamento di processi di recruitment in remoto e piattaforme di job exchange sempre più diffuse.
- Una generale e crescente insoddisfazione. Dovuta soprattutto a leader ritenuti inadatti o poco attenti alle esigenze della forza lavoro. Circa il 35% delle motivazioni di abbandono fa riferimento a tale circostanza. Questo dovuto anche a un mancato ricambio generazionale nelle fila ai vertici delle aziende, con conseguente mancato rinnovamento di metodologie, mindset e obiettivi.
- Una crescente e irrisolvibile stanchezza. Dovuta a ritmi di lavoro sempre più pressanti, mancanza di un equilibrio tra vita lavorativa e vita personale, spazi di lavoro poco adatti alle nuove esigenze familiari e personali.
Questo movimento massivo sta certamente avendo impatto sia sulla retention del personale che sull’assunzione di nuove risorse. In un contesto tanto duttile, per non dire agitato, profili con capacità attrattiva si trovano davanti a molteplici strade percorribili.
Abbiamo un eccesso di domanda rispetto all’offerta, con quanto ne consegue nelle sue declinazioni pratiche.
Il Team Management efficace secondo Ark
La filosofia di Ark è stata costruita sul campo e affinata in oltre dieci anni di iterazioni.
Il gruppo è cresciuto coeso, in modo incrementale, nel corso del tempo, permettendo una gestione ottimale delle esigenze dei singoli e la costruzione di un paniere di competenze complementari e esaustive rispetto alle esigenze di mercato.
Show, don’t tell
La filosofia di Ark si basa innanzitutto sull’esempio. Non una lunga lista (magari scritta in legalese!) di procedure e processi da seguire come autonomi, ma l’adozione concreta della filosofia aziendale nella vita di tutti i giorni, dagli esecutivi fino ai nuovi arrivati. Un contesto di auto-controllo informale dove i comportamenti anomali, non in linea con la mentalità aziendale, o addirittura nocivi per il team, vengono segnalati e corretti direttamente dal team di lavoro, in modo informale e estremamente fattivo.
Questo rafforza ulteriormente l’unità del team, in un’assenza di controllori e controllati, dove tutti sono orientati al bene comune.
Evoluzione naturale
Secondo il team stesso di Ark, l’approccio all’interno del team si potrebbe definire “darwiniano”. Non inteso certamente come una lotta per la sopravvivenza, ma indicando con ciò un processo di evoluzione che punta a premiare e fare propri i comportamenti più vantaggiosi e migliorativi, rendendo cessante quanto si rivela poco funzionale o poco produttivo.
In questo possiamo definire la filosofia Ark come un’entità flessibile e malleabile, che si adatta al contesto sociale, lavorativo, tecnologico, e si ottimizza iterativamente giorno dopo giorno.
Il vantaggio di quest’approccio è un insieme di best practice vissute e respirate sul campo, non un manifesto di regole avulse dalla realtà, redatte in un contesto del tutto diverso dall’attuale, e fatte ingerire con la forza al team.
No doors policy
Ark, nello sviluppo della propria filosofia di Team Management, ha portato la tradizionale open doors policy al livello successivo, definendola “no doors policy”. Sì, in quanto in Ark, per quanto riguarda la soddisfazione del team di lavoro, non vi sono gerarchie. Non vi sono pareri ostativi che possono far concludere una discussione sulla base dell’anzianità del proponente.
Chiunque, “from CEO to interns”, come i membri del team Ark specificano, hanno non solo diritto, ma dovere di far sentire la propria voce e di apportare proposte migliorative nei processi che riguardano la gestione del team.
La centralità del feedback
Per Ark il feedback è centrale nella vita di ogni membro del team, ovviamente senza limiti rispetto alla gerarchia e anzianità dei membri stessi. Annualmente viene eseguito un processo di feedback secondo la consolidata metodologia del Feedback360, che prevede quindi un ingaggio costruttivo con membri del team, pari grado, superiori, e anche membri esterni all’organizzazione. Questo consente ai singoli di avere una panoramica esaustiva, non viziata da eventuali rapporti gerarchici, che stimola un confronto onesto e accrescitivo.
Naturalmente questo processo risulta ancora più funzionale considerando il contesto di Ark, un ambiente orizzontale, informale e caratterizzato da rapporto amichevoli.
Attenzione alla formazione e alla crescita
In un contesto in continua crescita e evoluzione come quello tecnologico e dell’industria dell’energia, la formazione deve essere un processo continuo, senza soluzione di continuità. Non certo limitato alle fasi iniziali del percorso del team.
Ark ha fatto propria tale filosofia, incentivando:
- percorsi di formazione strutturata per le esigenze specifiche, sia individuate dal management che sottoposte dai membri del team come possibili spunti.
- momenti di self-learning costanti, all’interno dello spazio di lavoro canonico, dove viene incentivato anche lo scambio di punti di vista e informazioni.
- crescita dei profili meritevoli, ingaggiando gli stessi anche nella gestione strategica dell’azienda, in un processo di crescita che non vede barriere o ostacoli esogeni come anzianità anagrafica o lavorativa, percorso di studi, ubicazione territoriale, ma in primis il contributo dato al team di lavoro.
Gestire la crescita del team
La crescita del team è indubbiamente un pilastro portante di una buona strategia di Team Management. Se gestire uno sparuto numero di persone è in un certo qual modo semplice, le cose si complicano avendo diverse expertise, diverse seniority, profili differenti e, non in ultimo, caratteri disomogenei tra loro.
L’esperienza di Ark pone il massimo accento sulla motivazione. È questo infatti il carburante principale per la crescita individuale e la creazione di una squadra di talenti.
“Le skills sono direttamente proporzionali alla motivazione personale. Se sei altamente motivato le skills le crei lavorando e scambiando idee ed esperienze con colleghi, clienti e figure di riferimento del settore. La difficoltà è quindi trovare persone che siano realmente motivate a prescindere dal fattore economico, che è importante, ma secondario.”
Ark è focalizzata sull’individuazione di profili con capacità di ragionamento e apprendimento orizzontali, non necessariamente legati a uno specifico stack tecnologico, una specifica linea di business o una industry di riferimento.
Il match perfetto per Ark? Passione per la tecnologia, capacità e volontà di self-learning. Conoscenza, anche base di strumenti tanto da consentire un approccio propositivo, se non autonomo, alle tematiche trattate.
Secondo Francesco Arci, il CEO e fondatore di Ark:
“Siamo alla ricerca di profili aventi una capacità di ragionamento ingegneristico/matematico a livello software. Lo stack tecnologico o l’ambito business invece sono declinazioni che possono essere acquisite sul campo e tempo-varianti.”
In questo senso si comprende perfettamente l’importanza della cultura aziendale, in quanto costituirà il terreno di gioco della nuova risorsa. Il team preesistente avrà il compito di sostenere, agevolare, guidare i nuovi arrivati affinché possano fare propri i valori di Ark nel tempo, in un contesto come sempre amichevole, informale e anche divertente.
A caccia di talenti
Secondo Ark, il primo step, fondamentale nella ricerca di un potenziale candidato, riguarda la valutazione della motivazione.
Perché il candidato è in cerca di una posizione in uno specifico ruolo o in uno specifico mercato? Quale è la contribuzione, il segno che vuole lasciare nel mondo?
Ancora, quale è la sua etica professionale?
Questo step è fondamentale, ancora più importante del profilo tecnico in quanto, in assenza della giusta motivazione, non sarà possibile condividere la filosofia di Ark.
Secondo Andrea Cuneo, Lead Technical Architect in Ark, l’interesse è per profili per i quali la professione non sia un semplice mezzo per raggiungere un obiettivo economico, relazionale o di status, ma un vero e proprio fine, uno strumento attuativo della propria visione.
La selezione, nelle sue diverse fasi di colloquio, si sviluppa in un’alternanza di fasi conoscitive e altre votate al superamento di prove pratiche, sempre agnostiche a livello tecnologico, per valutare la capacità di problem solving e le capacità di ragionamento e logica.
In Ark particolare attenzione è data anche alle aspettative del candidato. Il processo non è una selezione a senso unico, dove vi è un compratore e un acquirente. È, piuttosto, un confronto aperto e bilaterale, che vuole generare un arricchimento reciproco, tra azienda e candidato.
Un mix di hard skill e soft skill
Le capacità specifiche, riguardanti specificatamente il profilo oggetto della ricerca, e quindi di immediata valutazione, vanno di pari passo con competenze trasversali, riguardanti l’etica, le inclinazioni personali, il mindset.
In Ark non vi è una predominanza univoca in merito.
Come viene precisato anche dal team di Ark stesso, sebbene sia hard che soft skill possano essere elementi determinanti in fase di colloquio, non si ritiene ci sia una predominanza dell’una sull’altra.
Precisa Cristina Perna, Business Analyst e Team Leader in Ark:
“Non vi è una predominanza netta. Certamente le skill tecniche possono essere valutate in fase di colloquio, mentre il fit culturale richiede maggiore attenzione ai segnali deboli, e anche maggior tempo. Il match è naturalmente ambivalente, specialmente per quanto riguarda la cultura, che si interseca con le pregresse esperienze del candidato. L’apporto di nuove risorse è per noi importante anche per recepire nuove idee e nuovi stimoli, siamo in costante evoluzione.”
Il lavoro remoto…è davvero smart?
Ark è un campione ante-litteram del lavoro da remoto. La boutique è nata avendo nel DNA uno spirito nomade e destrutturato che si focalizza su una collaborazione a rete piuttosto che a silos.
Lo spazio fisico, curato, centrale rispetto ai poli produttivi oggetto delle lavorazioni (Genova, Dublino), è una componente addizionale, non un obbligo formale, per il team di lavoro.
Ark ritiene che la gestione di un’azienda di consulenza tecnologica in modo remote-first sia una necessità, non una possibilità.
Un’azienda tecnologica deve utilizzare soluzioni tech per collaborare e produrre: “eat your own dog food”.
D’altra parte questo non viene vissuto in modo dogmatico: chi ritiene preferibile il confronto di persona, con i suoi innegabili vantaggi (interazione, passaggio di conoscenze, dialogo formale), può recarsi in ufficio anche ogni giorno.
Viceversa, chi preferisce gestire la propria giornata di lavoro da remoto, e ottimizzare spostamenti, work-life balance o spazi di lavoro in modo diverso, può farlo senza ostacoli.
La logica fondante è sempre l’autogestione del singolo, in spirito collaborativo e nel rispetto della missione aziendale di Ark.
Non va dimenticato che Ark opera in una dimensione internazionale. Questo da una parte aggiunge un layer di complessità alle interazioni. D’altra parte la diversity e l’apertura al confronto anche su contesti disomogenei arricchisce il team complessivamente e rende anche l’azienda più appetibile sul mercato.
Quindi si, secondo Ark indubbiamente il lavoro in modalità diffusa è assolutamente anche “smart”.
Team Management & tecnologia
Ark non trascura certamente la componente tecnologica, che secondo gli stessi esponenti del team è alla chiave di una policy di gestione del team moderna e funzionale.
Ovvero, non solo in grado di rispondere alle necessità aziendali, ma anche in grado di rispondere a quelle che sono le aspettative consolidate dei singoli e dei professionisti.
Ark utilizza in particolare:
- Sococo (ufficio virtuale).
- Microsoft Teams, Google Meet (video call)
- TeamViewer (connettività remota)
- Slack (spazi di lavoro condivisi)
- TeamWork (project management)
- Azure DevOps (planning, pipeline di sviluppo e rilasci)
- ZenDesk (tracking)
Dal punto di vista metodologico invece, Ark ha adottato le best practice del mondo tech fin dal giorno uno.
- Metodologia DevOps & Agile mindset.
- Team di lavoro autonomi.
- Work tracking indipendente.
Anche in questi ambiti Ark si pone comunque in modo aperto e flessibile. Non si tratta di un insieme inciso su pietra ma piuttosto un terreno comune da coltivare e far evolvere secondo le necessità.
Ora tocca a te!
Ora sai davvero tutto (o quasi!) quanto riguardi il processo di Team Management di Ark.
A questo punto non ti resta che contattarci per proporre la tua application e venirci a conoscere di persona per scoprire la nostra realtà ed il nostro team.
Ti aspettiamo!